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Il diavolo non ti impedirà di avere una religione - inviato dal fr.Marcello Riella

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Il diavolo non ti impedirà di avere una religione - inviato dal fr.Marcello Riella Empty Il diavolo non ti impedirà di avere una religione - inviato dal fr.Marcello Riella

Messaggio  Giuseppe Dom 27 Dic 2009 - 20:29

Faraone era un “nemico vinto” eppure non era un “nemico convinto”. La potenza dell’Iddio di Israele si era abbattuta sopra di lui in giudizio eppure egli continuava a sperare di poter trattenere il popolo d’Israele. Forse Faraone si sentiva anche vinto da Dio, ma non era convinto che Israele sarebbe riuscito a sfuggire al suo potere e per questa ragione fino all’ultimo ed anche dopo egli cercò, ma invano, di mantenere il suo dominio sopra i figli della redenzione. Il potente monarca d’Egitto sapeva usare minacce e poteva usare forza, ma per cercare di trattenere il popolo del Signore egli usò, assieme a queste cose, il proprio accorgimento diplomatico e la propria astuzia.

Il dominatore crudele e prepotente giunse fino al punto di dichiararsi tollerante, anzi favorevole alla religione degli Israeliti a condizione, naturalmente, che questi avessero rinunciato al pensiero della libertà. Su questo piano faraone esercitò la sottile ed insidiosa arte diplomatica accordando concessioni che mentre sembravano favorire il culto a Dio, cioè la religione, sostanzialmente la impedivano ostacolando il piano di libertà che Dio aveva preparato per il Suo popolo.

Nel potente oppressore percorso da Dio e che continua ugualmente a levare il suo pugno contro Dio possiamo facilmente individuare il simbolo del diavolo, cioè del potente avversario che è stato già vinto al calvario, ma che ancora non è CONVINTO di dovere perdere un popolo redento dall’Eterno.

Forse anche il diavolo si sente vinto dalla potenza di Dio, ma non è convinto di dover rinunciare alla lotta perché spera che la “nostra debolezza” possa essere soprafatta dal suo furore o dalle sue astuzie. Comunque, una cosa è certa: egli continua a combattere e proprio come Faraone cerca di mantenere il suo dominio offrendo “UNA RELIGIONE” in cambio della libertà. Il nemico infernale è disposto a farci avere una “RELIGIONE”, anzi è pronto ad offrircene egli stesso una tagliata e cucita secondo un modello concepito negli antri tenebrosi dell’errore, ma non è favorevole a farci godere la “REDENZIONE” che ci è stata portata da Gesù Cristo.

È stato detto che la religione non salva e questa frase che scandalizza molti ha un valore particolare in riferimento al nostro soggetto: se la “religione” non è una stessa cosa con la “redenzione” serve soltanto ad illudere e a far precipitare nell’abisso della perdizione.

Appartenere ad una comunità o ad una denominazione; possedere un nome od un credo; esercitare delle formalità liturgiche, devozionali, ecclesiastiche non giova all’anima se l’anima non è redenta e non vive sotto il sangue del Calvario.

Il diavolo sa bene tutto ciò ed è per questo che non ostacola nessuno che voglia soltanto una religione e quasi quasi si può pensare che molte fra le moltissime religioni che esistono nel mondo rappresentano merce che viene direttamente dall’inferno. Infatti non sono rari coloro che dicono: “tutte le religioni sono buone”; questi sono gli abituali clienti del diavolo che li favorisce arricchendo il mercato di articoli per tutti i gusti e per tutte le esigenze: c’è la religione per il superbo, la religione per l’avaro, forse anche la religione per il miscredente.

Il diavolo non v’impedirà mai di avere una religione, ma vi contrasterà sempre per farvi perdere la redenzione, perché la religione può essere soltanto una “FORMA DI PIETA’” ma la redenzione è la “libertà”.

John Wesley, lo strumento usato da Dio per il glorioso risveglio inglese che allora fu chiamato dai “metodisti”, fece un sogno che rappresenta una magistrale illustrazione del nostro soggetto. Egli si trovò alla porta del paradiso e, pieno di ansiosa trepidazione, si avvicinò all’angelo che ne custodiva l’ingresso e chiese: - Ci sono metodisti in questo luogo? L’angelo rispose laconicamente: No!

Con spiegabile angoscia il grande revivalista chiese ancora: - Allora ci sono anglicani?

E L’angelo ancora una volta disse: No!

Ci sono forse cattolici romani? - Aggiunse timidamente Wesley.

Per la terza volta l’angelo fece risuonare un deciso no.

Ma allora, concluse il grande servo del Signore, chi sono coloro che si trovano in questo luogo?

L’angelo dell’Eterno con solennità rispose: - Tutti coloro che sono entrati in paradiso si chiamano CRISTIANI e sono lavati nel sangue dell’Agnello.

Possiamo essere membri di una qualsiasi denominazione, ma se non siamo cristiani e non viviamo sotto il sangue del “PATTO ETERNO” non avremmo accesso nel Regno della gloria.

Il diavolo non farà nulla per impedirci di avere una religione, ma tenterà ogni mezzo per non vederci liberi ed in cammino verso la terra promessa. Anzi egli ci farà le proposte che Faraone fece ad Israele, cioè ci offrirà le sue religioni per continuare a possederci a mezzo di esse; il diavolo ci dirà, come il monarca d’Egitto disse agli Israeliti:

- Andate, offrite sacrifici al vostro Dio nel paese (Esodo 8:25).

- Vi lascerò andare…soltanto non andate troppo lontano (Esodo 8:29).

- Andate voi uomini… (Esodo 10:11)

- Andate…rimangono i vostri greggi e i vostri armenti (Esodo 10:24)

Le intenzioni del diavolo sono chiare anche dietro le sue sottili astuzie; egli ci offre una o tutte queste religioni:

- Una religione NEL MONDO

- Una religione VICINA AL MONDO

- Una religione con i LEGAMI AFFETTIVI DEL MONDO

- Una religione con i BENI E LE FACOLTA' DEL MONDO.

Sono religioni: offrono la possibilità di pregare, adorare, credere, ma nessuna fra queste permette realmente di godere la “Redenzione” che accompagna ed introduce nell’eredità del Signore. Al diavolo che ci offre una religione dobbiamo saper dare una sola risposta: Cristo è venuto dal cielo per offrire la libertà e noi vogliamo incamminarci nel cielo e giungere fino a Colui che è disceso quaggiù per farci partecipi di una eredità lassù.-

Per dare questa risposta con fermezza e decisione dobbiamo, prima di tutto, avere nel cuore una sete ardente di Dio e della Sua giustizia, e poi una conoscenza precisa delle astuzie del diavolo che è il Faraone dei nostri giorni, colui dal cui laccio siamo stati liberati per il sacrificio del Calvario. Per approfondire questa conoscenza consideriamo da vicino le offerte conciliative di Faraone che sono una figura precisa delle religioni che il diavolo ci vuol dare per legarci al suo carro e toglierci la libertà di figli di Dio.





Una Religione nel Mondo



Offrite sacrifici al vostro Dio nel paese…”

La prima proposta di Faraone a Mosè può essere definita: L’OFFERTA DI UNA RELIGIONE NEL MONDO.

L’astuto monarca non si oppone all’esercizio di un culto o alla pratica di una liturgia, ma vuole che il popolo d’Israele rimanga in Egitto. Anche il diavolo viene a noi con la stessa offerta e dice: - Potete avere la vostra religione; anzi scegliete pure la denominazione più gradita al vostro cuore: confessatela, praticatela, predicatela…, MA RIMANETE NEL MONDO.

Cristo è venuto per liberarci dal mondo; il diavolo ci combatte per farci rimanere nel mondo; Cristo è venuto per offrirci la “Redenzione”, ma il diavolo ci propone una religione che ci mantenga nella schiavitù, cioè sotto il suo diretto dominio.

Abbiamo veduto in ogni luogo e in ogni epoca intere folle di religiosi vivere nel mondo e assieme al mondo e questo ci dimostra che si può facilmente avere una religione e rimanere nel mondo; Il nome della religione può anche cambiare e non essere soltanto “Cattolica”, “Anglicana” o “Metodista”, per riferirci alle domande di John Wesley all’angelo, ma può essere Battista, Luterana, Episcopale, Pentecostale…: un‘etichetta non indica sempre il contenuto di un recipiente.

Il diavolo viene a noi e ci dice: Vuoi essere religioso? Vuoi essere membro di chiesa? Vuoi appartenere ad una comunità Pentecostale? Puoi esserlo liberamente, anzi io ti aiuterò ad essere attivo, zelante e fervente…a condizione però che tu rimanga nel mondo. E se noi siamo disposti a seguire la corrente del “presente secolo” e a rimanere schiavi delle consuetudini e dei piaceri mondani, il diavolo firmerà un patto di pace con noi e ci permetterà di avere i “nostri articoli di fede”, la nostra liturgia, le nostre attività ecclesiastiche e religiose” continuando però ad annoverarci fra i cittadini del suo regno di tenebre e di peccato.

Purtroppo, molti, in ogni secolo, hanno accettato questo accordo infernale e anche nella nostra generazione non sono pochi coloro che sono scesi a patti col diavolo, e se noi vediamo chiese o credenti contaminati dalla mondanità imperante è soltanto perché il “triste trattato” è stato concluso.

Faraone è riuscito a convincere che è possibile offrire sacrifici a Dio “nel paese” e per questa ragione incontriamo moltitudini di persone, di ogni confessione denominazionale, non esclusa quindi quella Pentecostale, che fanno professione di un cristianesimo pur accettando e vivendo quelle realtà visibili che sono in aperto contrasto col cristianesimo.

Ma se vogliamo godere la redenzione cristiana dobbiamo essere decisi nel resistere al diavolo e nel dirgli come Mosè disse a Faraone: - “Non è convenevole far così”….Colui che è venuto a redimerci vuole che usciamo dal mondo e dalle contaminazioni; Egli ci ripete con le parole del profeta: - “Esci di fuori Babilonia: o popol mio ed io ti accoglierò”.

Noi non siamo più del mondo perché siamo stati liberati dal mondo per essere costituiti pellegrini del cielo; senza una città stabile e senza un luogo fisso di dimora dobbiamo seguire il Figlio dell’uomo che non è del mondo e che del mondo ha rifiutati i piaceri, la ricchezza e la gloria.

Il pellegrinaggio impone la rinuncia ad una residenza ferma e perciò non può essere accettato ed esercitato da coloro che vogliono rimanere nel paese e vivere dove hanno sempre vissuto. Abramo, per essere pellegrino di Dio accettò di lasciare Ur dei Caldei perché quel paese idolatra non poteva essere culla della sua fede. Oggi coloro che vogliono essere cristiani devono rifiutare l’offerta del Faraone infernale e devono uscire totalmente, incondizionatamente da quel luogo di schiavitù e di contaminazione che la Scrittura chiama “mondo” oppure “presente secolo”; soltanto dopo aver lasciato alle spalle il luogo della schiavitù e aver deposte le catene spezzate, il credente potrà rendere un culto di adorazione puro al nome dell’Eterno.

“Offrite sacrifici al vostro Dio nel paese..” continua a dire il diavolo e nel dire questo non manca di sottolineare i vantaggi collegati alla sua proposta. Egli ci farà vedere che senza rinunciare alla religione potremmo avere una esistenza tranquilla e priva dei disagi del pellegrinaggio, ci farà anche vedere che “nel paese” potremmo continuare a godere i beni ed i frutti che si trovano in esso e cioè “la carne” gli “agli” i “poponi” e le “cipolle”.

Nella “fiera della vanità” c’è merce per tutti e Faraone sa di poter riuscire nei suoi intenti quando presenta la “superbia della vita” e la “concupiscenza della carne e degli occhi” e i “piaceri del secolo” e poi la “gloria”, la “ricchezza, “le voluttà”, “la moda”, “lo sfarzo”, queste cose possono continuare ad essere vostre e assieme a queste cose, egli dice, potete avere la vostra bella religione; potete dividere il vostro tempo fra il cielo e la terra, fra le cose dello spirito e quelle della carne, fra l’adorazione al vostro Dio ed il servizio a me.

Vinti da queste parole seduttrici, i cristiani mondani aumentano ogni giorno e la religione per essi si trasforma in un comodo annuncio che lascia loro tutte le comodità del presente secolo e non toglie la possibilità di avere… la illusione della vita eterna. Essi non pensano che se questa ibrida unione fosse possibile, il Signor Gesù avrebbe lasciato al giovane ricco quelle ricchezze che costituivano l’unico legame alla sua vita di religioso verso la libertà; anche quel giovane avrebbe ricevuta la concessione di offrire sacrifici a Dio “nel paese” di Faraone e quindi, nell’esercizio di una vita moralmente ineccepibile, avrebbe compiute le pratiche devozionali necessarie a rendere concreta la sua pietà di credente.

Ma Gesù Cristo fece chiaramente comprendere a quel giovane, come d’altronde ad ogni candidato al regno dei cieli, che la schiavitù è inconciliabile con la libertà e di conseguenza che una religione che ci lascia sotto il dominio del principe di questo secolo non può avere comunione con la “redenzione cristiana”.

Il Redentore è venuto per chiamare fuori di “Babilonia” coloro che vogliono portare i vasi del Signore, anzi che vogliono essere loro stessi vasi all’Eterno, e se Egli è uscito al Calvario con il legno dell’obbrobrio sulle spalle, lo ha fatto per darci la possibilità di seguirLo fuori anche di Gerusalemme, città della religione, ed essere con Lui, assieme a Lui crocifissi al mondo.

Una decisione s’impone: - Uscire o rimanere! La decisione ci fa cristiani o ci allontana da Cristo; se usciamo fuori dal mondo per seguire Colui che non è stato del mondo, noi siamo veramente redenti e godiamo la libertà di un cristianesimo autentico; se invece rimaniamo nel paese, noi siamo soltanto “sedicenti cristiani” ed anche se arriviamo a rivestire l’apparenza della pietà, non abbiamo, non possiamo avere in noi la potenza di essa.

Uscire o rimanere! Rimanere significa rendersi amici del mondo; significa essere adulteri nella presenza di Dio; significa anche amare il mondo e le cose che sono nel mondo, quindi significa non avere l’amore del Padre. Rimanere equivale a respingere il Calvario; è inutile sottilizzare intorno alle opere di quelli che RIMANGONO; è inutile far notare che la loro vita è schiava della vanità, schiava dei piaceri e dei vizi del presente secolo, schiava delle mode e delle consuetudini del mondo… È più semplice dire: - Hanno respinta la croce!

Se le donne cercano i cosmetici ed i belletti e se sono ossequenti ai dettami dell’arte dell’acconciatura o del vestiario, è soltanto perché sono rimaste nel paese, hanno rifiutata la redenzione. Se gli uomini cercano di conciliare la religione con gli spettacoli artistici o sportivi, se ancora sono sotto il dominio dei vizi comuni a tutti, è perché non sono usciti dal mondo.

Quindi, ripetiamo, è inutile analizzare queste spicciole manifestazioni di mondanità per arrivare a quelle ancora più sottili o più vaste come la cupidità della ricchezza, della fama, della gloria… Tutte queste cose esistono e tutte si trovano dove non è stata fatta una decisione positiva di fronte a Cristo.

“ NON È CONVENEVOLE FAR COSI’…” disse Mosè a faraone; “Non è convenevole far così”: dobbiamo decisamente dire di no al diavolo; questa religione nel mondo ci vuol togliere la redenzione cristiana e noi non possiamo, non dobbiamo accettarla.
Giuseppe
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