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Giovedì 25 dicembre 2008 "Tu, Signore, mi conosci; comprendi da lontano i miei

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Messaggio  angelo picone Gio 25 Dic 2008 - 16:53

Giovedì 25 dicembre 2008 "Tu, Signore, mi conosci; comprendi da lontano i miei pensieri". (Salmo 139:1,2) Non è facile accettare la realtà che ci viene ricordata dal versetto di oggi, soprattutto in giorni in cui la privacy è diventata così importante: Dio sa tutto di noi, conosce ogni nostra mossa e ogni nostro pensiero, a Lui non si può nascondere nulla. La consapevolezza di questo fatto deve produrre almeno due conseguenze nella nostra vita: in primo luogo massima onestà nei nostri momenti di auto esame, perché, diversamente, gli unici a rimanere inguaiati siamo noi; in secondo luogo massima onestà e trasparenza nei nostri rapporti con gli altri perché Gesù ci ha detto, nel Vangelo di Luca, che un giorno tutto quello che oggi è nascosto verrà scoperto e reso pubblico. L'onestà di oggi, dunque, ci eviterà problemi domani. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono; ed egli li accolse e parlava loro del regno di Dio, e guariva quelli che avevano bisogno di guarigione. Or il giorno cominciava a declinare; e i dodici, avvicinatisi, gli dissero: «Lascia andare la folla, perché se ne vada per i villaggi e per le campagne vicine per trovarvi cena e alloggio, perché qui siamo in un luogo deserto». Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi obiettarono: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprar dei viveri per tutta questa gente». Perché c' erano cinquemila uomini. Ed egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di una cinquantina». E così li fecero accomodare tutti. Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò lo sguardo al cielo e li benedisse, li spezzò e li diede ai suoi discepoli perché li distribuissero alla gente. Tutti mangiarono a sazietà e dei pezzi avanzati si portarono via dodici ceste. Mentre egli stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui; ed egli domandò loro: «Chi dice la gente che io sia?» E quelli risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno dei profeti antichi che è risuscitato». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Ed egli ordinò loro di non dirlo a nessuno, e aggiunse: «Bisogna che il Figlio dell' uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, sia ucciso, e risusciti il terzo giorno». Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. Infatti, che serve all' uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso? Perché se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell' uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli. Ora io vi dico in verità che alcuni di quelli che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il regno di Dio». Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, l' aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme. Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno; e, quando si furono svegliati, videro la sua gloria e i due uomini che erano con lui. Come questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bene che stiamo qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva.
angelo picone
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