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Martedì 16 dicembre 2008 "O Dio, io Ti lodo e Ti ringrazio, perché mi hai dato saggezza e forza".

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Messaggio  angelo picone Mar 16 Dic 2008 - 19:17

Martedì 16 dicembre 2008 "O Dio, io Ti lodo e Ti ringrazio, perché mi hai dato saggezza e forza". (Daniele 2:23) Una delle parole che sembrano scomparse dal linguaggio comune è "grazie", la semplice espressione che nasce dal riconoscere di aver ricevuto un'attenzione, un gesto di cortesia, di essere stati gratificati. Un tempo non era raro ascoltare un "grazie" anche nell'intimità della casa, davanti al pranzo servito o a un regalo inaspettato: un "grazie" per l'attenzione del marito o della moglie. Il "grazie" è stato seppellito dal pensiero dominante che tutto ci è dovuto e che se qualcosa ci manca, si può comprarla e pertanto nessun atteggiamento di riconoscenza o di ringraziamento è dovuto per ciò che abbiamo conquistato. L'aver tolto dal cuore dell'uomo il sentimento della riconoscenza non solo ha inaridito i rapporti sociali, ma tende sempre più ad escludere dalla sua vita il pensiero che ogni bene e ogni grazia ci provengono da Dio. Se ci esercitassimo a ringraziare saremmo capaci di cogliere la bellezza e la ricchezza di cose apparentemente scontate: la nostra vita, il sole, un fiume; il fatto di non essere in un letto d'ospedale, ma a casa propria. "Dio, io Ti lodo e Ti ringrazio". Possa essere questa l'espressione quotidiana che mi insegna a dire "grazie" anche a chi mi è vicino e ha reso, forse per un momento, la mia vita più semplice e gioiosa. O Dio dei miei padri, io ti lodo e ti ringrazio, perché mi hai dato saggezza e forza, e mi hai fatto conoscere quello che ti abbiamo domandato, rivelandoci il segreto che il re vuol conoscere». Daniele si recò quindi da Arioc, a cui il re aveva affidato l' incarico di far morire i saggi di Babilonia, e gli disse: «Non far morire i saggi di Babilonia! Conducimi dal re e io gli darò l' interpretazione». Allora Arioc si affrettò a introdurre Daniele davanti al re e gli disse: «Ho trovato un uomo tra i Giudei deportati che darà al re l' interpretazione». Il re disse a Daniele, detto Baltazzar: «Sei capace di farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua interpretazione?» Daniele rispose al re: «Il segreto che il re domanda, né saggi, né incantatori, né magi, né astrologi possono svelarlo al re; ma c' è un Dio nel cielo che rivela i misteri, ed egli ha fatto conoscere al re Nabucodonosor quello che deve avvenire negli ultimi giorni. Ecco dunque quali erano il tuo sogno e le visioni della tua mente quando eri a letto: i tuoi pensieri, o re, quand' eri a letto, si riferivano a quello che deve avvenire da ora in avanti; colui che rivela i misteri ti ha fatto conoscere quello che avverrà. Quanto a me, questo segreto mi è stato rivelato non perché la mia saggezza sia superiore a quella di tutti gli altri viventi, ma perché io possa dare l' interpretazione al re, e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, immensa e d' uno splendore straordinario, si ergeva davanti a te, e il suo aspetto era terribile. La testa di questa statua era d' oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d' argento; il suo ventre e le sue cosce di bronzo; le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d' argilla. Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d' argilla della statua e li frantumò. Allora si frantumarono anche il ferro, l' argilla, il bronzo, l' argento e l' oro e divennero come la pula sulle aie d' estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra. Questo è il sogno; ora ne daremo l' interpretazione al re. Tu, o re, sei il re dei re, a cui il Dio del cielo ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria; e ha messo nelle tue mani, tutti i luoghi in cui abitano gli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, e ti ha fatto dominare sopra tutti loro: la testa d' oro sei tu. Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra; poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. Come i piedi e le dita, in parte d' argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d' argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimonio, ma non si uniranno l' uno all' altro, così come il ferro non si amalgama con l' argilla. Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà sotto il dominio d' un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso durerà per sempre, proprio come la pietra che hai visto staccarsi dal monte, senza intervento umano, e spezzare il ferro, il bronzo, l' argilla, l' argento e l' oro. Il gran Dio ha fatto conoscere al re quello che deve avvenire d' ora in poi. Il sogno è vero e sicura è la sua interpretazione». Allora il re Nabucodonosor, abbassando la sua faccia fino a terra, si inchinò davanti a Daniele e ordinò che gli fossero portati offerte e profumi. Poi il re parlò a Daniele e disse: «In verità il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei segreti, poiché tu hai potuto svelare questo mistero». Allora il re innalzò Daniele in dignità, lo colmò di numerosi e ricchi doni, gli diede il comando di tutta la provincia di Babilonia e lo fece capo supremo di tutti i saggi di Babilonia. Daniele chiese al re di affidare a Sadrac, Mesac e Abed-Nego l' amministrazione della provincia di Babilonia; ma Daniele rimase alla corte del re.
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