Cercate L'Eterno mentre Lo si può trovare
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

IL GRANDE OSTACOLO: LA MALDICENZA

Andare in basso

IL GRANDE OSTACOLO: LA MALDICENZA Empty IL GRANDE OSTACOLO: LA MALDICENZA

Messaggio  1Teofilo1 Lun 8 Dic 2008 - 10:58

IL GRANDE OSTACOLO: LA MALDICENZA

Alcuni "cristiani" diffondono a piene mani (e sia pure non sempre volontariamente) innumerevoli calunnie od interpretazioni calunniose, che provocano divisioni e moltiplicano i rancori. Se costoro avessero avuto il coraggio di recarsi dal loro fratello per un colloquio risolutivo, anziché criticarlo e diffonderne un'immagine sfavorevole, mostrandosi in tal modo sprovvisti d'onestà civile, essi avrebbero evitato di spargere ciò che davanti agli occhi di Dio è pura calunnia.

Ma che cosa vuol dire "calunnia"? L'immagine contenuta nel corrispondente vocabolo greco, è davvero sorprendente. Si allude a gente che si riunisce in certi angolini, a gruppetti, per scambiarsi delle informazioni destinate a distruggere la buona reputazione di persone che non sono in grado di difendersi, perché assenti!
La maldicenza invece è genericamente, il parlar male degli altri. Le cose riferite possono anche essere vere ma, se sono fine a se stesse e non sono dette per aiutare il fratello, vanno a scapito della reputazione della persona che è oggetto di quelle chiacchiere. Il pettegolezzo può essere divertente e appassionante, ma anche vendicativo e distruttivo. Esso ha un potere formidabile. Spesso e volentieri è alla base di litigi, contrasti e disordini pubblici; può infrangere i legami familiari e rovinare carriere promettenti. Tra gli altri mali di cui si rende responsabile, figurano le notti insonni, il dispiacere e la tristezza. Probabilmente siamo già stati anche noi vittima di un pettegolezzo, ma se non lo siamo stati c'è da aspettarsi che un giorno o l'altro qualcuno tenterà di "spararci alle gambe", cercherà di dir male anche di noi.
Non soltanto il pettegolezzo resiste, ma è fiorente. Fino ad ora nessuna legge e nessun metodo umano sono stati capaci di stroncare i suoi effetti devastanti. È dappertutto, si trova nelle famiglie come nelle comunità, nei circoli riservati, come negli ambienti popolari, nella politica e perfino nell'ambito religioso. È comune quasi quanto il respirare.

Certamente la maldicenza rivela un aspetto ripugnante della natura umana, quando ci si diletta nell'offuscare la reputazione di chi ci circonda, nel distorcere la verità e nel frantumare la serenità dell'esistenza altrui.
Perciò, se si vuole evitare di far del male agli altri o d'essere prima o poi annoverati tra le vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e dove inizia invece il pettegolezzo nocivo.
Ecco la storia di un anziano servitore di Dio, il cui ministero e la sua famiglia erano stati distrutti da una lingua menzognera. Troppo tardi l'autore di quel male riconobbe il suo errore e, con le lacrime agli occhi, si recò dal pastore per chiederne il perdono. "Si, vi perdono, con tutto il cuore", rispose il vecchio pastore. "Vi perdono, che altro posso fare, come servitore di Dio? Tuttavia vorrei chiedervi un favore. Prendete un cuscino di piume e portatelo in cima alla nostra chiesa, in quel minuscolo vano dove il nostro gruppo d'oranti aveva la consuetudine di raccogliersi in preghiera. Da lassù, aprite il cuscino e disperdetene le piume ai quattro venti; poi venite a riferirmi che cosa avrete visto".

L'uomo fece quel che il pastore gli aveva chiesto e ritornò dicendo: "Ho fatto ciò che mi avete detto. C'è dell'altro? "Sì", riprese il pastore, "tornate là sul sagrato e raccogliete tutte le piume disperse al vento!"
"Oh, ma é impossibile! Il vento le ha disperse dappertutto".
"Appunto, amico mio" riprese il pastore, "è impossibile". Le piume sono disperse dappertutto e non potete riportarmele indietro. La stessa cosa è avvenuta per le vostre parole. Il male è stato fatto e in modo irreparabile".

La maldicenza danneggia assai più la chiesa di quanto non lo facciano altri peccati cosiddetti scandalosi. I cristiani non sembrano rendersi conto che ci sono pochi peccati che la Bibbia condanni con altrettanta severità come essa fa con la calunnia. Noi siamo generalmente pronti a pentirci di molti peccati, ma non siamo disposti a riconoscere quello della calunnia in particolare.
Innumerevoli sono le persone che provano un piacere maligno ad ascoltare le calunnie e a diffonderle. Tali sono dunque le tragiche conseguenze della calunnia: sono irreparabili. Esse distruggono gli altri, anche il calunniatore! La calunnia è grave, tanto che anche per legge nei paesi civili è ascritta fra i reati perseguibili penalmente.
È bene ricordare che il racconto di un avvenimento, anche se è vero, passando da una bocca all'altra, comunemente si deforma. Ad ogni passaggio si arricchisce di particolari inesistenti o perché non è ben riferito o perché non è ben compreso. Alla fine come una piccola palla di neve che rotolando sui pendii innevati di una montagna diventa una disastrosa valanga, così una piccola maldicenza si può trasformare in calunnia, senza che si voglia. Del resto quante volte c'è capitato di dire una cosa e di essere fraintesi? Quante volte abbiamo detto una cosa e la persona che ci ascoltava ha capito esattamente l'opposto? Facciamo allora attenzione a non rapportare fatti e cose sentite da altri: "Chi sparge calunnie è uno stolto" (Proverbi 10:18).
Il primo calunniatore della storia fu Satana e la sua calunnia fu addirittura nei confronti di Dio: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il Signore aveva fatti. Esso disse alla donna: "Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?" La donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate altrimenti morirete". Il serpente disse alla donna: "No, non morirete affatto, ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio avendo la conoscenza del bene e del male". La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza. Prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei ed egli ne mangiò" (Genesi 3:1-6).
Lo scopo del diavolo era di presentare Dio, esigente ed egoista. Il suo astuto discorso è un misto di verità e di menzogna.

Ecco il sunto del suo discorso:
- "No, non morrete affatto" (falso);

- "Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno" (vero);

- "Sarete come Dio" (falso);

- "Avendo la conoscenza del bene e del male" (vero).

Questo è il modello di Satana nel suo parlare. Egli sa che la calunnia può distruggere in un attimo quello che è stato costruito in tanto tempo: amore, amicizia, rispetto, stima reciproca, affetto: "Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana" (Apocalisse 2:9).

La calunnia è l'atteggiamento consueto di chi non ha il timore di Dio nel suo cuore: "È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive, escono dal di dentro e contaminano l'uomo" (Marco 7:20-23).
Ma perché si fa della maldicenza? L'orgoglio e la superbia sono la principale causa di maldicenza. Il desiderio d'essere "qualcuno", di prevalere, di farsi un nome o anche solo di voler imporre un pensiero personale, sintomo sempre di un basso livello spirituale, spingono sovente a parlar male degli altri. Si denigra l'altro per esaltare se stesso. A volte non condividiamo ciò che invidiamo. In questo caso le vittime sono quelli che noi riteniamo essere più in alto, più in vista oppure quelli che non hanno le nostre stesse idee. La maldicenza o la calunnia ha allora lo scopo di sminuire la stima che li circonda, di abbassarli di livello per poterli superare. Sono sentimenti carnali che purtroppo covano nei nostri cuori. D'accuse ingiuste e di questo tipo di maldicenza sono state vittime moltissimi uomini di Dio, anche nei tempi passati. In alcuni salmi Davide chiede di esserne liberato: "Aguzzano la loro lingua come il serpente, hanno un veleno di vipera sotto le loro labbra. Sulla testa di quanti mi circondano ricada la perversità delle loro labbra! Il maldicente non durerà sulla terra" (Salmo 140:3, 9,11).
Anche l'apostolo Paolo fu criticato dai suoi stessi fratelli al punto di doversi difendere: "...Da taluni siamo calunniosamente accusati..." (Romani 3:Cool.
Allo stesso modo Gesù fu diffamato e calunniato, quando fu condannato sulla deposizione di falsi testimoni.

La maldicenza, la calunnia, la critica oltre a non dover essere praticate, non vanno nemmeno recepite. Blocchiamo sul nascere ogni discorso maldicente: "La bocca dello stolto è la sua rovina e le sue labbra sono un laccio per la sua anima. Le parole del maldicente sono come ghiottonerie e penetrano fino all'intimo delle viscere" (Proverbi 18:7,Cool.

Si racconta che Socrate, ad un amico che stava per riferirgli in gran segreto una notizia sul conto di un altro, abbia chiesto: "Hai passato la tua intenzione ai tre colini"? Interpellato su cosa voleva dire con questa frase, Socrate spiegò:
1) Sei sicuro che la cosa che stai per dirmi è vera?

2) Sei sicuro che ciò che stai per dirmi sia una cosa buona?

3) Sei sicuro che sia proprio utile che io lo sappia?
L'amico comprese e rinunciò al suo proposito


I DANNI DELLA MALDICENZA

La maldicenza è una delle principali cause di amarezza, di liti, di disunione nella famiglia di Dio: "Infatti temo, quando verrò, di non trovarvi quali vorrei e di essere io stesso da voi trovato quale non mi vorreste; temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini" (2Corinzi 12:20).
La maldicenza non ha mai unito, al contrario, è sempre fonte di separazione: "L'uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori" (Proverbi 16:28).
Davide descrive questa perversità: "Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre. Hai fatto queste cose, io ho taciuto e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò e ti metterò tutto davanti agli occhi" (Salmo 50:20,21).
La vita comunitaria è molto difficile, se c'è l'abitudine di fare maldicenza. La comunione degli uni con gli altri è interrotta e i rapporti d'amicizia s'inaridiscono, per la diffidenza e il timore, fino a scomparire del tutto. La maldicenza è un frutto della carne: "Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri. Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne" (Galati 5:13-16).
Il riferimento ad animali che si addentano è molto crudo: alla fine sono tutti sbrindellati e sanguinanti. Non ha vinto nessuno; hanno perso tutti. È forse questo il piano del Signore per noi? Siamo forse lontani da quella chiesa che dovrebbe essere una culla di piume per i nuovi nati e che invece è un ruvido nido di spine: "In ogni fatica c'è profitto, ma il chiacchierare procura la miseria" (Proverbi 14:23)



L'IGNORANZA SPIRITUALE

Alla base del pettegolezzo, della maldicenza, della calunnia, c'è sempre, oltre che la mancanza del timore di Dio, l'ignoranza.

A. Ignoranza su come le parole distruggono amicizie intime: "Chi copre i falli si procura amore, ma chi sempre vi torna su disunisce gli amici migliori" (Proverbi 17:9).

B. Ignoranza su come l'impuro contamina il puro, piuttosto che il puro influenzi l'impuro: "Se uno porta nel lembo della sua veste della carne consacrata e con quel suo lembo tocca del pane, o una vivanda cotta, o del vino, o dell'olio, o qualsivoglia altro cibo, quelle cose diventeranno esse consacrate? I sacerdoti risposero e dissero: No" (Aggeo 2:12).

continua........

1Teofilo1

Numero di messaggi : 10
Località : Palermo
Data d'iscrizione : 13.11.08

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto


 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.